Geopolitica e spazi digitali

Il digitale non è a-locale, né il suo è uno spazio liscio. Al contrario, la differenziazione delle sue manifestazioni consente di parlare di molteplici “spazi digitali”. La presente monografia, vincitrice di un bando d’ateneo di Sapienza, propone una teorizzazione geopolitica di questi ultimi. La Parte I ne analizza la fenomenologia topografica, corrispondente alla geografia materiale delle infrastrutture, e quella topologica, relativa alle connessioni logiche delle reti virtuali. Alla luce della loro sostanziale “cospazialità”, esse vengono ricomprese in un’ontologia che rivela uno spazio da un lato tecnicamente unitario, dall’altro politicamente frammentato. La Parte II prende in esame gli attori del digitale: l’ascesa delle grandi aziende tecnologiche, l’affermazione di altri soggetti – istituzionali e non – e la reazione degli Stati mostrano come il paradigma del potere moderno sia messo sotto tensione ma non neutralizzato, quanto piuttosto riconfigurato. La Parte III introduce dunque il paradigma spaziale del potere ibrido: la competizione tecnologica, la cyber-intelligence, il cyber-warfare e l’information warfare evidenziano una crisi delle tradizionali distinzioni tra le categorie di interno ed esterno, amico e nemico, pace e guerra, civile e militare.